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Angelo della pace

Angelo della pace

Monumento ai caduti (altitudine m. 500). — Sul colle più elevato della Frazione di Colpastore, sorge l’artistico Tempietto innalzato alla memoria dei Caduti nella grande guerra, che infuriò per tre lunghi anni spargendo rovine e sangue su tutta l’Europa.

Questo colle, verde di boschi, dalla sua spianata offre allo sguardo di ohi vi sale, uno dei più splendidi panorami dei nostro Piemonte. Tutta la bella conca di Giaveno, tutti i Paesi che la costellano, i Laghi di Avigliana, le cime nevose della Levanna e della Ciamarella, la punta del Rocciamelone, le Prealpi dal Musine ai Tre Denti, si vedono come in un quadro fantastico da questa punta di Colpastore e, dove la valle si apre verso la pianura, Torino, dominata dalla maestosa Basilica di Superga, chiude il quadro meravigliosamente suggestivo.

Quivi, confine tra i Comuni di Giaveno e Trana, fu eretta la Cappella-Monumento perchè, nella celebrazione della pace vittoriosa, restasse un ricordo perenne dei Soldati Caduti nella guerra 1915-18 appartenenti ai Comuni di Giaveno, Coazze, Valgioie, Trana, Sangano, Bruino, Reano, Villarbasse, Candiolo.

Il Tempietto è dedicato all’Angelo della Pace, che consola i vivi e suffraga i morti: Angelo Pacis prò vivis et defunti, è il motto che si legge sul suo frontale.

Il monumento è in stile romanico – bizantino; sopra del suo altare si libra la bella statua dell’Angelo, in atto di offrire il ramo d’olivo, simbolo della pace

Alle pareti interne sono applicate trecentocinquanta tavolette di marmo bianco portanti scolpito il nome dei Caduti, il luogo di nascita e di morte; sul coronamento esterno si vedono bombarde e proiettili di grosso e di piccolo calibro, trofei bellici, donati dal Ministero della Guerra.

La Cappella – Monumento, visibile da ogni punto della valle, fu inaugurata il 12 ottobre dell’anno 1919 con l’intervento di tutte le Autorità Ecclesiastiche, Civili, Militari e con immenso concorso di popolo.

Da quel giorno, il Colpastore è diventato mèta di pellegrinaggi di madri, di spose e di figli che, nelle preghiere pubbliche e private trovano rassegnazione e conforto, mentre la splendida Croce in Mosaico, che si eleva sul cupolino del Tempietto, in un riflesso di luci, pare faccia risuonare intorno a sè, tra gli splendori della Fede, il canto soave dell’inno che si sprigionò un giorno dal Cuore adorabile della Divina Vittima immolatasi sull’insanguinato Calvario: «pace, amore!» a cui facendo eco il nostro Poeta andava ripetendo all’umanità straziata:

“Troppo odiammo e soffrimmo; amate, bella è la vita e santo è l’avvenir”

dal libro: Guida illustrata della Valle del Sangone- Giaveno e dintorni. Canonico prof.Don Pio Rolla , Torino 1935